Dal settimanale "Il Sabato", alcuni articoli del biennio 1981-1983

 

 

 

Le reazioni di Zagabria

 

Accademici pieni di stupore

 

A Zagabria il cardinale Franjo Kuharic su Medjugorje ci fa sapere che «preferisce astenersi da qualsiasi parola, dichiarazione od altro». E' monsignor Josip Ladika che si incarica di farsi portavoce dell'opinione del Primate di Croazia nonché presidente della Conferenza episcopale jugoslava. «Nella sua posizione non può esprimere un parere personale, nemmeno in ordine alla Commissione internazionale. Sarebbe un'interferenza. Ormai tocca la vescovo di Mostar decidere». Ladika è direttore del Glas Koncila, il più autorevole e diffuso giornale cattolico della Federazione: bisettimanale, tira centomila e più copie. «Quando i bambini parlano delle apparizioni sono assolutamente veritieri. Questo io lo credo. Sui frati disobbedienti che sono andati dai veggenti a domandare? (Vedi in queste pagine il colloquio fra i vescovi ndr). lo penso che è come se avessero tentato Maria. Maria non può sostituirsi alla responsabilità e alla libertà delle persone. Dunque questo fatto, a mio avviso, non può incidere». Ma che peso ha Medjugorje per i cristiani? «E un fatto enorme. Non invidio il vescovo di Mostar».
Padre Stanislao Vitkovic, confessore e predicatore della cattedrale, nonché membro del Tribunale ecclesiastico, nota che «dopo Medjugorje la pratica della confessione è aumentata tangibilmente. Anche il digiuno del venerdì è ormai affare di massa. Conosco una quindicina di sacerdoti che vanno laggiù regolarmente. Devo ammetterlo: io personalmente a quei fatti non credo, però loro sono cambiati. No, qui in Croazia, Medjugorje non tocca appena una parte dei credenti: che so: i lefebvriani. i tradizionalisti o i francescani. Ne parlano lutti. Forse solo quelli di Krscanska Sadasnjost diranno che non è cosa importante».
Invece il direttore Josip Turcinovic, intellettuale di grande prestigio nella Chiesa e fuori, pur se spesso discusso, ricevendoci nella sede della casa editrice più importante della Croazia, ci resta male per quell'opinione e rivela che l'Associazione teologica K. S. che è poi l'editrice dell'omonima casa, ha inviato un appello ai vescovi perché promuovano una commissione. Dice Turcinovic: «Medjugorje e importantissima. Il problema della Chiesa cattolica da noi è la mancanza di un laicato maturo. Bene, là c'è un formidabile movimento di credenti Sono cose straordinarie: affluisce gente più diverse categorie. Giovani soprattutto. Molti che non frequentavano la Chiesa. Vecchi combattenti si convertono. Nascono pacificazioni. No, le vicende locali non debbono incidere troppo. Io credo che la vicenda dovrebbe proseguire "more ecclesiastico". E cioè: il vescovo decida, secondo i tempi della Chiesa e i suoi costumi. Monsignor Zanic, sempre lui...
Il caporedattore di Glas Koncila, sacerdote che proviene da severi studi scientifici, Zivko Kustic, ha motivi seri — ha soggiornato a lungo, in tre occasioni, a Medjugorje — per dar credito alle apparizioni e, pensando le parole dice: «No, non è possibile. Una questione di posti di lavoro per il clero (perché di questo si tratta, da qualsiasi parte stia la ragione, non può ostacolare troppo a lungo la verità. Perché io credo fermamente sia la verità, ho le mie prove, la mia esperienza. Sono ragazzi sanissimi, i messaggi sono semplici, i segni grandi. Per obbedienza — anche se non saremmo tenuti — sul Glas Koncila non parliamo più di Medjugorje per caldo consiglio di monsignor Zanic. Ma la verità è diffusiva di sé, come l'amore. La prudenza è però necessaria. Decida il vescovo di Mostar, sono fiducioso in Dio». Il vescovo di Mostar, sia detto per inciso, non è solo: è nell'unità del collegio episcopale intorno alla cattedra di Pietro. E qui la responsabilità fa meno paura.
R.F.