Dal settimanale "Il Sabato", alcuni articoli del biennio 1981-1983

 

 

 

Il Sabato, 3-9 dicembre 1983

 

A MEDJUGORJE, NELLA NEVE, IL VESCOVO

 

 

Arrivano molte lettere in redazione. «Novità da Medjugorje?» chiedono. Come si ricorderà (cfr. il Sabato n. 38, 1983) è in questo villaggio della Bosnia-Erzegovina che si riversano moltitudini di pellegrini oramai non soltanto dalla Croazia e dalle altre repubbliche jugoslave, ma da tutto il mondo cattolico. E' qui che si ripeterebbero da più di due anni le apparizioni della «Beata Vergine Maria, Regina della pace» a sei ragazzi.
Novità ci sono, e importanti. Riguardano alcuni passi fatti dal vescovo di Mostar, monsignor Pavao Zanic, nella cui diocesi sta la parrocchia degli avvenimenti. Mercoledì 16 novembre intorno a mezzogiorno è giunto nella chiesa di San Giacomo a Medjugorje ed ha sostato in preghiera davanti all'altare. Quindi, in canonica, ha potuto prendere possesso delle «Cronache» della parrocchia e di altro materiale sulle «apparizioni». La scena, per chi ha potuto assistervi in una Medjugorje già innevata, è stata commovente. «Ribadisco i miei dubbi sulla origine soprannaturale degli eventi». Ha dichiarato a Il Sabato monsignor Zanic «Ma ho preso la decisione di allargare la commissione. Intendo mobilitare teologi e studiosi per una prima raccolta e catalogazione del materiale (scritti, cassette di magnetofono da trascrivere eccetera)». Intende dire che ha dato il via ad una équipe internazionale? «No, non ancora. Occorrerebbe comunque in una prima fase tradurre dal croato in italiano un materiale molto esteso. Intanto mi avvalgo soltanto di jugoslavi».
Non ci sono soltanto domande, nelle lettere che ci giungono. Alle testimonianze si aggiunge talvolta il resoconto di avvenimenti che tengono un po' con il fiato sospeso. Miracoli? In senso tecnico non sappiamo. Sicuramente lo sono in chiave biblica: segni forti sulla strada, conferme inattese di una tenerezza.
Così M. M. una giovane insegnante di educazione fisica ci scrive da Milano: «La notte tra il 9 e il 10 agosto 1983 mi trovavo sull'espresso delle 22.30 Milano-Palermo. Ero assieme ad un mio alunno ed eravamo diretti ad Ischia. Verso le 23 mi sono sdraiata nella mia cuccetta: ero agitata ma avevo viaggiato tutto il giorno e mi addormentai quasi subito dopo aver detto una preghiera veloce alla Madonna di Medjugorje, dove ero stata in pellegrinaggio dal 31 luglio al 5 agosto. Non so esattamente quanto tempo passò ma poco prima di fermarci a Bologna feci un sogno chiarissimo: vidi due treni che stavano per incrociarsi (uno proveniente da Nord e l'altro da Sud). In lontananza apparve una figura luminosissima vestita con un lungo abito grigio-azzurro e un velo bianco che ricadeva leggermente sulla fronte: aveva le braccia un po' aperte ma non riuscivo a scorgere il viso. Poi, questa figura, con un gesto calmo e lento fece un cenno ai treni, come chiedesse di rallentare, e nel sogno, l'immagine si fece più vicina. Potevo vedere chiaramente l'abito ma il viso era così luminoso che non potevo distinguere altro che una espressione molto seria in un viso dai lineamenti molto fini e dolci. Poi la figura benedisse i convogli. A questo punto ho visto chiaramente il conducente di un treno tirare disperatamente la leva del freno (il macchinista poteva avere 40-50 anni) e poi coprirsi il volto con le mani. Mi sono svegliata molto tranquilla: il treno era fermo a Bologna (dove è rimasto 3 ore): ho girato fianco e ho dormito fino al mattino seguente. Il 10 agosto sono venuta a sapere che avevano messo una bomba sul binario della linea Milano-Palermo in prossimità di Vaiano e che l'ordigno era esploso davanti all'espresso 571 (cioè il treno partito due ore prima del mio sulla stessa linea) anziché sotto, cosa che ha evitato una strage, tenendo anche presente che lo spostamento d'aria avrebbe scaraventato il treno proveniente da Sud — che incrociava davvero in quell'istante il 571 — nella scarpata adiacente. Soltanto dieci giorni dopo, tornando a casa, e sentendo bene il racconto appreso dai giornali, ho potuto riscontrare una corrispondenza incredibile tra i particolari del mio sogno e la scampata tragedia (cfr. quotidiani del 10 agosto 1983)».
La lettera è datata 10 ottobre. M. M. è venuta in redazione, ci ha raccontato di aver conosciuto l'aiuto macchinista: il suo volto, i particolari coincidono.

 

Renato Farina