Dal settimanale "Il Sabato", alcuni articoli del biennio 1981-1983

 

 

Antologia delle lettere sulla campagna per padre Jozo Zovko

 

Noi, quelli che umilmente ci rivolgiamo a Sua Eccellenza

 

Al presidente Sergej Kraigher un invito a considerare come non si debba calpestare la libertà. Ma anche un invito a noi stessi

 

La somma è presto fatta: sono più di diecimila le raccomandate spedite a Sergej Kraigher, il presidente di turno della Jugoslavia, per la liberazione di padre Jozo. Ma questo è un computo minimo perché tiene soltanto conto delle segnalazioni fatteci da alcuni gruppi, comunità, parrocchie. Molte altre ne stanno giungendo, moltissimi sono poi coloro che hanno compilato e affrancato l'appello in privato e non ne hanno dato comunicazione.
Padre Jozo intanto è tuttora in carcere. Ma possiamo notare con soddisfazione che le prese di posizione dei lettori del «Sabato» hanno smussato II rigore della repressione. Gli arresti di cattolici sono rallentati, non sì parla più di nuove condanne. Bisogna tener presente che è la prima volta che il regime di Belgrado fa i conti con una mobilitazione così massiccia. Ed ha incassato...
Certo, più ancora della pressione per lettera, è valsa la parola di Giovanni Paolo II che ha preso su dì sé il compito di difendere la libertà religiosa in Jugoslavia, anzi, come lui l'ha chiamata (rivolgendosi il 10 dicembre scorso al nuovo ambasciatore di Belgrado in Vaticano, Giovanni Stenti;) la «presenza attiva» dei cattolici. Essi desiderano sia assicurato — e sono parole del Papa — «il loro spazio dì libertà spirituale sul piano individuale e comunitario» essendo in pari tempo leali verso il loro Paese. Ha detto ancora il Papa: «È possibile che tra Stato e Chiesa sorgano difficoltà su punti concreti. Non dovrebbero mai inasprirsi a danno dei diritti legittimi».
Quando avremo un più preciso censimento delle lettere spedite sarà possibile compiere ulteriori passi nei confronti delle autorità jugoslave. Ecco intanto una piccola antologia delle numerose lettere che sono giunte in redazione accompagnando la notizia degli inoltri di raccomandate.

 

Se vuoi la pace
Siamo gli alunni della scuola, legalmente riconosciuta, cattolica, «WIadimiro Spallanzani». Insieme al nostro professore di lettere stano facendo un lavoro sulla pace. All'interno di questo lavoro si è parlato di padre Jozo Zovko e di come la sua verità e la sua libertà è oppressa proprio da alcune persone che affermano di essere a favore della pace. Padre Jozo, nonostante tutte le limitazioni, continua a vivere nella verità, cioè in Cristo. Proprio per questa testimonianza è imprigionato. Anche noi abbiamo scritto delle lettere, al presidente Kraigher, ma diverse da quella che avete pubblicato.

Simone Zanotti e altre 16 firme. Alunni della 1° media inferiore «Spallanzani» - Rimini (Forlì)

 

II mio dovere
Ho spedito oggi ricopiando esattamente il testo da voi pubblicato. Perché l'ho fatto, mi è stato Chiesto: perché è il mio dovere di cristiana (e lo sarebbe anche di un'atea che considerasse l'uomo nella sua dignità di persona) testimoniare almeno la solidarietà a chi ha avuto il coraggio, in un Paese «democratico» di dire le sue opinioni. Dovremmo avere la coerenza di testimoniare la nostra fede ogni giorno poiché la nostra fede non può non essere presente nelle nostre azioni quotidiane e in tutto il nostro approccio con la vita. Forse ci sentiremmo più Chiesa, più popolo di Dio e meno individualisti.
Franca Squeri - Milano

 

I Cursillos
Ho presentato la proposta di «Una lettera per liberare padre Jozo» alI'Ultreja dei Cursillos di Cristianità, tenuta a Jesi nel novembre scorso, presenti fratelli e sorelle della zona di Jesi e Fabriano. Ho portato un centinaio di lettere già ciclostilate, che non sono risultate sufficienti alle richieste. Altre copie ne ho ciclostilate e distribuite in seguito, (una cinquantina) anche in altri ambienti. Alcuni amici mi hanno informato che era già pervenuta la ricevuta di ritorno come era pervenuta a me.
Don Anselmo Rossetti, parroco, S. Paolo di Jesi (Pesaro)

 

Solo la Verità
Abbiamo aderito all'iniziativa di prendere posizione in favore di padre Jozo perché la libertà di espressione è fondamentale affinché l'uomo si realizzi. Siamo consapevoli che a volte è molto più semplice prendere posizione a favore di persone lontane, che guardarsi intorno e chiedere ai molti che incontri «Come stai?». Ma questa lettera nasce perché abbiamo guardato in noi e ci siamo risposti che possiamo realizzarci solo se aderiamo a quel briciolo di vero che abbiamo incontrato (la Verità rende liberi).
Ed è in forza dì ciò che sperimentiamo nella nostra vita, che affermiamo che chiunque, ovunque e per qualunque motivo neghi all'uomo la possibilità di aderire, approfondire, vivere quella realtà che dà senso, significato, alla propria vita, è un omicida: e ancor prima verso se stesso che verso gli altri.
Walter Gardoni, Rimoldi Carlo e altri venti lavoratori della G.T.E. - Cascina de' Pecchi (Milano)

 

Un'occasione
Al quartiere milanese dì Bruzzano in una mattina alcuni giovani della comunità hanno raccolto per padre Jozo 160 firme. Caro «Il Sabato» colgo l'occasione per farti condivisione nell'opera eroica che svolgi all'interno del nostro Paese. Ti stimo e ti leggo molto: sei stato per me momento di crescita e di formazione sociale, politica e religiosa, sci un grosso amico e consigliere al quale è difficile rinunciare ora che ho potuto capire l'importanza del tuo esistere nel mondo cattolico e sociale che si vive in Italia. Grazie di esserci.
Marco Assi - Milano

 

Preghiamo
Abbiamo raccolto l'appello da voi lanciato in favore di padre Jozo. Ci piace informarvi che oltre alle lettere inviate abbiamo pregato perché padre Jozo abbia la forza di superare la prova e sia di esempio a noi poveri occidentali adagiati sulla facilità di professione di fede e quindi dimentichi che la fede è sofferenza con Gesù crocifisso. Quest'anno all'anniversario del ritrovamento della Sacra immagine di Maria Vergine dello Schiavo, patrona di Carloforte, pregheremo per padre Jozo.
Per un gruppo di sedici firmatari Saltatore Trancia - Carloforte (Cagliari)

 

Una piccola goccia
Non ho potuto svolgere un'azione massiccia insieme ad altri, ma ho spedito comunque la mia lettera al presidente jugoslavo. Sono certo che questa mia piccola goccia nel mare formato dalle tante gocce degli altri lettori de «Il Sabato» avrà il suo positivo effetto. Anche perché sicuramente accompagnano il loro gesto di solidarietà verso i cristiani perseguitati con uno di forza ancora più grande e misteriosa: la preghiera. Tutto questo ce lo dice non solo la dottrina cristiana ma anche la nostra esperienza personale e la testimonianza di Giovanni Paolo II, particolarmente dopo l'attentanti alla sua vita.
Mauro Canitto - Roma

 

Protesta di teologi
Vi inviamo il documento dell'assemblea generale degli studenti della sezione S. Tommaso della facoltà teologica dell'Italia meridionale di Napoli. Questo documento è stato solo un primo momento di un più vasto intervento che ci siamo impegnati a realizzare sul problema. Preghiamo «Il Sabato» di continuare su questo argomento a suscitare interesse e creare mobilitazione. Ecco alcuni stralci del documento: "Con tutti gli uomini affermiamo il diritto di padre Jozo e di ogni uomo allo libertà di pensiero e di parola, espressione della dignità della persona umana. Sia questo un primo gesto di solidarietà con gli oppressi, un gesto cui ci spinge la nostra fede in Gesù Cristo.
L'assemblea generale degli studenti della sez. San Tommaso facoltà teologica - Napoli