Testimonianza di Françoise


1° trimestre 2012



   Gesù dona ad ognuno di noi la sua Pace e la sua Santa presenza. Vorrebbe nutrire tutti i cuori e le anime, venire a guarirli profondamente, venire a calmare e a confortare con la sua Santa tenerezza.


   Il Signore ha detto: “Dona loro la mia Pace”. Quando Gesù ci dona la sua Pace così, bisogna avere la fede e la volontà di accoglierla in noi sapendo che, se ce la propone, è perché egli viene immediatamente a riversarla in noi, nel nostro cuore. Affido la nostra riunione di preghiera a Maria, la nostra santa Mamma del cielo, affinché possa venire vicino ad ognuno dei presenti e di tutti coloro che conoscete e i vostri cari, per venire ad aprire i nostri cuori alla luce che Gesù vuole portare, per venire a calmare, condurre e anche dare sollievo alle tante miserie morali, spirituali o fisiche.


   Gesù Cristo, mio Dio,

   Tu che vuoi tanto nutrire le nostre anime

   E versare la tua santa tenerezza nei nostri cuori

   Per farci vivere e sbocciare come fiori,

   Vieni qui, in ogni anima,

   Vieni a far sentire la tua santa presenza

   Ad ognuno,

   Vieni in aiuto a chi prega,

   Vieni in aiuto al nostro paese,

   Ai nostri fratelli,

   A tutti coloro che si raccomandano alle nostre preghiere.

   Vieni, mio Dio, illumina i nostri cuori

   E dona a ciascuno di sentirti come tu desideri,

   Affinché pronunciamo un grande sì

   Alla tua santa volontà.

   Vieni Spirito Santo,

   Vieni in mezzo a noi,

   Vieni a dare a ciascuno la tua luce

   Per rendere tutti saldi,

   Per guidarli, per illuminarli.


   Affido anche la nostra riunione alla piccola Filomena, che è stata l’amica del Curato d’Ars e che faceva tante meraviglie per lui, su sua richiesta. Il Signore mi ha proposto, qualche anno fa, di accogliere Santa Filomena per accompagnare questa missione di diffusione della tenerezza di Gesù. Santa Filomena fa veramente meraviglie per tutti quelli che la pregano con fede, in particolare i bambini e tutti i giovani.

   Preghiamo perché venga a dare una risposta a tutte le vostre preghiere, in particolare a quelle per i vostri figli e tutti i giovani che conoscete.

   Il Signore vorrebbe anche che, durante questa testimonianza, ognuno pregasse anche nel suo cuore. Ha anche chiesto di cantare a intervalli regolari, sia per avere il tempo di accogliere la sua tenerezza in noi, sia per lodarlo. Gesù dice che quando cantiamo stiamo lodando, stiamo rendendogli grazie per tutte le meraviglie che vuole fare per noi. Ha detto: “Pregate e cantate, perché così mi glorificate e quando cantate col cuore, mi permettete di versare grazie dovunque”.

   Sono ormai quindici anni che Gesù viene, giorno dopo giorno, a parlarmi, a nutrirmi e a formarmi, manifestando la sua santa tenerezza e tutto il suo amore attraverso il suo sguardo.

   Gesù è venuto a cercarmi quando ero lontana da lui; tutto andava bene nella mia vita, ma non avevo Dio. All’improvviso si è manifestato per dirmi: “Guarda come hai perso tempo in tutti questi anni passati…  Guarda come hai l’impressione che la tua vita terrena sia ben riuscita, tutto va bene… eppure non va bene per te”.

   Quando Gesù viene, è sorprendente e sconvolgente sentire, così, la sua voce; quando mi ha fatto sentire la sua Voce, mi ha fatto anche sentire la sua profonda e santa tenerezza e tutto l’amore che aveva per tutti. E’ qualcosa che commuove nel più profondo dell’anima e dobbiamo tutti chiedere al Signore di fare l’esperienza dell’amore che ha per noi. Dopo aver sentito un po’ l’amore di Dio, allora cominceremo ad aver sete di lui e ad accettare che faccia irruzione nella nostra vita per trasformarla.

   Quando Gesù è venuto da me, mi ha detto: “Vedi, molti hanno dimenticato che sono un Cuore. Tanti parlano di me, si riuniscono, pregano anche eppure, tanti di quelli che mi conosco, non mi amano. Voglio che tu mi aiuti a ripristinare la mia Chiesa e a dire loro che Io Sono un Cuore”.

   Non conoscevo granché del vangelo. Vivevo in condizione di peccato, all’epoca, e Gesù mi ha insegnato tutto con tenerezza, con delicatezza, fin da principio. Giorno dopo giorno mi mostrava il suo sguardo, il suo volto e i suoi occhi azzurri; sguardo che trapassa fin nel profondo perché è al tempo stesso uno sguardo d’amore e uno sguardo pieno dell’onnipotenza di Dio, pieno di santità e di purezza.

   Nel 1994 Gesù mi ha mostrato il suo sguardo per parecchi giorni di seguito; passati quei giorni, non potevo più sostenere il suo sguardo e guardarLo, tanto esso era potente e pieno d’amore. Era talmente pieno d’amore, che ho compreso la mia miseria e quanto vivevo nel peccato, anche se non erano dei grossi peccati agli occhi del mondo. Ho capito quanto Dio vuole la nostra felicità, quanto ci chiama alla verità, quanto ci chiama a vivere nella luce dello Spirito Santo e nella gioia.

   Guardando, così, il Volto di Gesù per qualche istante, o qualche ora, capiamo in fretta che tutto ciò che era al primo posto nella nostra vita era proprio inutile, vano e che ci siamo smarriti. Al tempo stesso, sentiamo così profondamente l’amore di Dio, che ci decidiamo a sceglierLo totalmente.

   Gesù mi ha detto, allora: “Vuoi accettare e accogliere questo messaggio di tenerezza per il mondo che è un messaggio di conversione dei cuori? Vuoi veramente accettare che Io ti formi? Vuoi veramente scegliere me, mettendomi al primo posto nella tua vita?” Quando guardiamo il dolce Volto di Gesù, è sicuro che diciamo sì subito, senza sapere ciò che verrà dopo.

   Dopo questo tempo, che è durato qualche settimana, circa un mese o due, Gesù mi ha fatto capire che, per conoscerLo e contemplarLo di più, bisognava chiedere la sete di Dio: questa è la nostra prima preghiera. Gesù ha detto: “Se non avete fame o sete, non andate né a mangiare né a bere. Se non avete sete del mio Cuore, non cercherete e non verrete a guardarmi, a contemplarmi e non accetterete la mia volontà”.

   Ha detto: “Chiedi la sete del mio Cuore”. E’ la nostra prima preghiera, perché Gesù è stanco e triste di vedere che preghiamo in modo tiepido e forse semplicemente con la voce, per dovere, per tradizione, senza pregare col cuore. Gesù è un Cuore e vuole che ci rivolgiamo a lui con il cuore. Facendo così, si crea una relazione profonda e intima con lui e, poco a poco, ci ammaestra.

   Quando ho chiesto questa grazia della sete di Dio, Gesù me l’ha data subito. E’ il tempo che Gesù chiama il tempo di purificazione. Tempo che molti, già in cammino di conversione, hanno attraversato. Tempo di purificazione necessario per poter accogliere Gesù. Tempo in cui Dio ci viene un po’ nascosto e in cui ci si trova davanti alla propria miseria e tutte le scelte che abbiamo potuto fare nella vita: non necessariamente buone e fonte di felicità o di verità. Ci si ritrova, allora, con la nostra piccola o grande miseria, senza sapere dove sbattere la testa. E’ un tempo difficilissimo perché si riflette molto, si pongono tante domande a se stessi e tutto è proprio inutile. E’ un tempo in cui Gesù aspetta che pronunciamo un grande sì. Alcune persone possono dire sì a Gesù subito, altre possono metterci più o meno tempo.

   Dopo aver visto lo sguardo di Gesù, avevo molta sete di lui e voglia di contemplarLo continuamente. Sono stata purificata dolorosamente, perché mancavo di fiducia in lui. Veniva ogni giorno a chiedermi: “Vuoi fare la mia santa volontà?” E ogni giorno io rispondevo: “Si, Gesù, voglio fare la Tua Santa volontà”. Ma mentre Gli dicevo così, avevo paura di lui, pensavo: dovrò portare la sua Croce e soffrirò, cosa mi farà? Allora Gesù mi guardava e mi diceva: “Non ti accorgi che tutto ciò che ti stai dicendo, Io lo sto ascoltando?” E’ lì che mi ha mostrato che è con noi in ogni istante. Ha lo sguardo posato su ogni persona qui presente, sempre. Nessun pensiero, nessun atto della nostra giornata Gli è indifferente. Gesù guarda tutti.  Ecco perché dice: “Se vi chiamo ad una conversione profonda e alla preghiera costante e intima con me, è per condividere tutto della vostra vita”.  Gesù mi ha mostrato, a quel punto, quanto era stata vana la mia vita e come siamo tutti dei chiamati e abbiamo tutti una vocazione d’amore.

   Gesù ha detto: “Se siete sulla terra, è semplicemente per imparare ad amare”. Questa è la fonte della nostra felicità. Imparare ad amare vuol già dire imparare a conoscere Gesù, il Padre e lo Spirito Santo, vuol dire prendere la mano di Maria per arrivare a comprendere un po’ Gesù e poi è nutrirsi, giorno dopo giorno, dell’intimità profonda con lui. A partire dal momento in cui abbiamo sete di lui, capiamo che è vicinissimo a noi e che ci ama infinitamente; allora Gesù, poco a poco, Si rivela a ciascuno. Non c’è bisogno di essere religiosi o un’anima sacerdotale, per essere intimi con lui. Chiama tutti a vivere nella sua presenza, così delicata e tenera. Ma attende il sì del cuore. E’ infinitamente delicato e rispettoso della nostra libertà. Quando ci chiede se vogliamo fare la sua Santa volontà, non aspetta un sì per dovere.

   Dopo parecchie settimane in cui, ogni mattina veniva a chiedermi: “Vuoi fare la mia volontà?” e io Gli rispondevo: “Ma, Gesù, sono giorni che Ti dico sì, perché me lo richiedi sempre?” Allora Gesù ha fatto un grande sorriso e ha detto: “Perché, quando mi dici sì, hai ancora paura di me. Ciò che aspetto e che tu mi dica un sì abbandonato, un sì che ha fiducia nel mio amore. Cosa faresti se il tuo bambino avesse paura di te? Tu gli chiedi qualcosa e lui ti dice sì pensando: cosa mi farà adesso la mamma?” Mi ha mostrato la sua sofferenza davanti ai nostri sì che non erano pronunciati liberamente, amorosamente e gioiosamente. Mi ha detto: “Vedi, se vuoi che qualcosa cambi, nella tua vita, se vuoi finalmente camminare sul sentiero della verità e della santità – il solo sentiero della felicità quaggiù – devi deciderti a pronunciare il tuo sì col cuore: un sì gioioso e innamorato…  Non so che farmene di un sì per dovere”.

   Questo tempo di purificazione è durato, allora, ancora qualche settimana e, contemplando lo sguardo di Gesù, così pieno d’amore e così profondo, ho finito per dire quel sì del cuore, senza più aver paura né di lui né della Croce. A quel punto mi ha mostrato quante idee sbagliate abbiamo sul suo conto e fino a che punto la nostra umanità e la nostra miseria ci lasciano credere che Dio è un Dio severo, che dà la sofferenza e trascina su un cammino triste.

   Gesù mi ha detto: “Dirai a tutti che pronunciare un sì totale è il cammino della felicità, un sì totale del cuore alla volontà di Dio è l’unica strada della felicità”.

   Tante persone, sulla terra, arrivano ad essere “felici” perché le cose vanno bene. E poi, il giorno in cui qualcosa non va, o arriva una malattia o un’altra cosa, tutto sprofonda, non c’è più nulla. Allora Gesù ci dice: “La vocazione di tutti voi è l’amore. Solo amando, ogni giorno, in ogni istante della vostra vita, arriverete ad essere felici e conoscerete cos’è la gioia divina”.

   Quando Gesù mi parlava della gioia divina, lo trovavo meraviglioso perché mi diceva: “Se tu gusti la mia gioia divina, l’avrai in permanenza, malgrado tutte le prove”. Allora non ci credevo tanto perché, quando si è un po’ fragili, un po’ sensibili, è difficile pensare che una grande sofferenza possa essere anche accompagnata dalla gioia. Negli anni successivi ne ho fatto l’esperienza e ho visto quanto, malgrado le sofferenze, la gioia divina sia sempre là, se si mette Gesù al primo posto nella nostra vita e se si accetta di essere intimi con lui. La gioia divina è la gioia della presenza di Dio. E’ la grazia del suo conforto e della sua consolazione, è anche la grazia del suo sguardo, la solidità che ci dona (perché non ne abbiamo mai, quando tutto sprofonda) e tutto quello che può fare per rinnovare la nostra vita quando le cose vanno male, umanamente, sulla terra.

   Gesù dice che questa gioia divina è riservata a tutti noi e che non esiste prova che la possa togliere. Certo c’è la tristezza che rimane, e le prove, ma chi mette veramente il suo cuore e la sua fiducia in Gesù, chi crede allo sguardo di Gesù posato su di lui adesso come in ogni momento, questi, che osa l’intimità con Dio, non resterà deluso. 

   Nel 1994-95 Gesù era molto vicino a me e gli dicevo: “Gesù, adesso sei tanto vicino a me, ma poi ti allontanerai senz’altro”. egli mi sorrideva e diceva: “Ma no, non mi allontanerò”. Eppure, questo è quello che pensavo della vita spirituale: si sentiva il Signore un po’, solo all’inizio. In effetti, all’inizio Dio si è un po’ nascosto ma, al tempo stesso, mi ha reso salda e mi ha dato di più il suo Spirito Santo, mi ha permesso di conoscerlo e, soprattutto, ha eliminato il lato cattivo della parte sensibile del mio cuore. E poi, una volta che tutto è stato purificato, la presenza di Gesù è rivenuta ancora più forte e molto più chiara: la mia umanità non era più d’intralcio tra lui e me.

   Allora Gesù ha detto: “Vedi, se vengo a darvi questi messaggi di tenerezza e a chiamarvi alla conversione del cuore, è veramente per prepararvi al mio ritorno nei cuori e nella Gloria… Questo ritorno è per il vostro tempo. E’ l’irruzione della mia santa presenza nelle anime di buona volontà, nelle anime che vogliono rispondere alla loro vocazione di creature, cioè mettere Dio al primo posto nella loro vita”.

   Gesù ci dice, attraverso questo messaggio, che ritorna e che bisogna che siamo pronti, vivendo quotidianamente nella sua presenza, con il Padre, lo Spirito Santo e Maria, con i nostri angeli custodi e anche con certi santi del Cielo. Gesù ci chiede di risvegliarci alla vera vita.

   Quando il Signore è venuto, non mi rendevo conto di quanto illusoria fosse la vita che stavo vivendo. E poi, man mano che passavano gli anni, mi sono resa conto che vivere quaggiù senza Dio è qualcosa di talmente falso e illusorio che non ha nulla di eterno.

   La sola vita vera e reale, quaggiù sulla terra, è quella che si vive nell’intimità con il Signore. E’ condividere tutto con lui, ogni istante della propria giornata, chiedergli consiglio per tutto e anche accettare che Dio si abbassi verso di noi per condividere le più piccole cose, i compiti più umili. E’ anche sorridere: man mano che si conosce il Signore e che si diventa piccoli davanti a lui, riconoscendolo come il nostro così buono e tenero creatore, Gesù si china su di noi e ci prende come i bambini. Si adatta a ciò che sappiamo, a quello che conosciamo. Ci parla, ci forma progressivamente e ci mostra poco a poco il suo sorriso, se vogliamo fare la sua volontà. Ci mostra anche il suo umorismo.

   Gesù ci chiede di imparare a conoscerlo così: non limitare la nostra vita spirituale alla messa domenicale o a qualche preghiera, il mattino o la sera, ma accoglierlo interamente nella nostra vita, in ogni istante, non fare nulla senza di lui, prendere anche la mano di Maria, per comprendere ciò che Gesù ci dice. Essendo creatura come noi, Maria sa spiegarci benissimo le cose.

   Gesù mi ha mandato Maria sempre più, nel corso degli anni. Mi ha mostrato fino a che punto, spesso, non comprendiamo ciò che egli vuole dire. Allora mi diceva: “Vedi, adesso tu mi preghi, ma devi chiedere a Maria, perché lei mi preghi per quello che tu vieni a chiedermi”. E io dicevo a Gesù: “Forse non prego bene, Gesù? Capisci quello che ti chiedo?” E Gesù mi sorrideva come tante volte e mi diceva: “Certo che ti ascolto ma, se passi da Maria, verrai esaudita ancora più rapidamente”. E, poiché ha molto humour, mi diceva: “Dato che hai sempre fretta, la risposta sarà veloce! Perciò, prega  Maria e vedrai”.


   Maria è qui per renderci saldi e perché le cose siano chiare. Quando viene – il Signore ha anche permesso che io abbia la sua presenza e che veda il suo volto – Maria è molto semplice e, al tempo stesso, profondamente in Dio; questo è molto piacevole per noi: poiché è creatura, ci spiega le cose come una creatura. Con Maria, le cose sono chiare, non c’è compromesso con il male nel senso che ci dice: “ Questa cosa va bene nella tua vita, questa no. Quello è un peccato perché ti toglie la luce di Dio”. Maria è veramente molto chiara. E avendo questa chiarezza e questa luminosità, non occorre farsi tante domande nella giornata: la strada è diritta, basta andare avanti e camminare diritto.


   C’è una sola porta per conoscere la tenerezza del Signore per noi, per crescere giorno dopo giorno e per conoscere la speranza. Gesù vuole che abbiamo la speranza, sempre, e che questa speranza cresca. Mi ha detto: “Tu sai che voglio dei cattolici innamorati, gioiosi, svegli e nella speranza. Chi cade nella tristezza o nello scoraggiamento, chi cade nella sofferenza interiore profonda, non è ancora intimo con me e deve aprirsi ancora di più al sì totale. Vi voglio gioiosi”. Essere gioiosi vuol dire essere gioiosi della gioia divina, essere gioiosi perché sappiamo che Gesù ci conduce, giorno dopo giorno, per prepararci al suo regno, già da adesso, nei cuori e nella gloria, ma anche quando andremo nell’al di là, in cielo. Gesù ci chiede di risvegliarci perché non vuole dei cattolici tristi, addormentati o tiepidi. Mi dice che non preghiamo abbastanza lo Spirito Santo, che è una vera Persona divina che arde di infiammarci dei suoi sette doni e di darci la speranza. Gesù dice: “Quando avete il cuore aperto, la speranza deve venire in voi immediatamente, perché il cielo trabocca, Dio è amore e amore significa donarsi; Dio si dona continuamente”.

   Se non riceviamo la speranza, la fiducia e tutte quelle grazie che fanno la nostra felicità, spesso è perché ci sono delle barriere in noi. Dio vuole togliere tutte queste barriere perché ci ha messo sulla terra affinché viviamo la vera vita. Queste barriere sono state messe spesso dalla sofferenza, sia a causa dei peccati, sia per la vita senza Dio. Per toglierle, il Signore ha bisogno della nostra buona volontà, ha bisogno che riconosciamo di non essere stati amore, nella nostra vita, prima della nostra conversione. Vuol dire riconoscere che, comunque, siamo dei miserabili e questa non è una critica a quello che siamo: più andiamo verso il Signore e più ci sentiamo miserabili; non dobbiamo essere tristi per questo perché, più Dio si rivela e ci mostra il suo volto, più noi vediamo la distanza che esiste tra lui e noi. In quel momento vediamo, in modo ancora più forte, la sua tenerezza e il suo amore e ci rallegriamo che Dio ci faccia crescere e ci prepari. Gesù ci chiede anche di non essere troppo pesanti con noi stessi e la nostra miseria, perché non c’è tempo.

   Gesù ci dice: “C’è una sola strada, per togliere queste barriere, ed è il pentimento. Osate tuffarvi nel sacramento di riconciliazione per far sì che vi guarisca”. Gesù non è venuto per farci una lezione di catechismo, quando si è rivelato a me. Mi ha semplicemente mostrato il suo volto e i suoi occhi e mi ha fatto sentire la profondità del suo amore. Vedendo e sentendo questo amore di Dio, una cosa salta agli occhi: la nostra miseria, i nostri peccati e tutto ciò che è contrario all’amore di Dio. Sentiamo proprio come tutte queste cose siano una barriera a ciò che ci vuole dare e abbiamo bisogno di sbarazzarcene.

   Tuffarsi nel sacramento di riconciliazione non è come andare dal dottore, ma è un atto d’amore per venire a deporre nel cuore di Gesù tutto ciò che è ferita in noi. Ogni volta che commettiamo un peccato, anche se non ci sembra grave, noi feriamo la nostra anima e questo produce, in seguito, una sofferenza. Molte persone non lo sanno ma le ferite che portiamo, e anche molte sofferenze, vengono dai nostri peccati.

   In quanto creature, ogni volta che facciamo qualcosa di contrario alla legge d’amore, e quindi alla vita, la nostra anima è ferita e sta male. Se Gesù  ci ha dato questo meraviglioso sacramento di riconciliazione è semplicemente per guarirci spiritualmente, moralmente e anche fisicamente, per togliere quelle colpe che ci feriscono. Gesù ci dice che, se abbiamo un po’ di fede, tuffandoci in questo sacramento, vedremo come la nostra vita cambierà velocemente. egli dice che, spesso, andiamo a confessarci ma non abbiamo la fede, abbiamo l’impressione che sia un po’ un dovere. Ma egli ci chiama a ben altre cose, ci chiama ad una relazione intima e profonda, ci chiama ad accogliere la gioia divina in noi, ci chiama alla speranza, all’amore e a ritrovare la vita.

   Anche se pensate di non avere peccati gravi, Gesù vi attende regolarmente per guarire ciò che voi stessi non vedete. Ogni volta che andiamo a ricevere questo sacramento da un prete, Gesù guarisce una piccola parte profonda in noi, una piccola parte che, spesso, è fonte di sofferenza e della cui esistenza siamo all’oscuro.

   Allora, tuffatevi in questo sacramento che è, prima di tutto, un sacramento di guarigione e un sacramento che ci purifica, permettendo a Dio di prendere tutto il posto in noi.

   Qualche mese dopo essere venuto a trovarmi, il Signore mi ha permesso di avere la visione di un appartamento pulito, tutto bianco. C’erano molte stanze e tutto era dipinto di bianco. Non c’erano mobili, nulla. Solo una piccola luce rossa in un angolo di una stanza. Non sapevo cosa fosse. E Gesù mi ha guardato e ha detto: “Vedi, questa è la tua anima, la tua parte interiore, la tua casa. Vedi, ho riordinato la tua casa”. Allora ho detto a Gesù: “Ma non c’è più niente dentro”. E lui mi ha risposto: “No, ho tolto tutto ciò che non era buono, perciò adesso è vuoto. Non ti resta che la cosa principale, la mia presenza (era la piccola luce rossa)”. I muri erano tutti bianche perché avevo accettato di essere purificata dal Signore, in modo da lasciare tutto il posto all’amore.

   Una volta fatta la purificazione della nostra casa, l’amore di Dio può riversarsi in essa, senza che abbiamo più tormenti, inquietudini o angosce; il luogo è purificato. E Dio viene solo in un cuore puro. A quel punto, la presenza di Dio diventa molto forte, rassicurante e limpida. Non è qualcosa di astratto o lontano, ma qualcosa che sentiamo nel più profondo di noi stessi. Proprio come quando state con qualcuno che amate, e che vi ama, e sentite l’amore e il benessere con questa persona. Con Gesù è una sensazione infinitamente più forte e grande. Gesù ci dice: “Avete bisogno di sentirvi amati da Dio. E’ sentendovi amati da Dio che cambierete la vostra vita e capirete perché siete sulla terra. Finalmente vivrete”.

   Gesù mi ha fatto capire, poco a poco, quanto voleva che fossimo dei piccoli. Essere dei piccoli significa essere completamente fiduciosi su ciò che Dio ci chiede, essere nell’abbandono totale a ciò che desidera senza farsi domande o dire continuamente: “Non posso fare questo, Gesù, perché è troppo difficile”. Vuol dire accettare di essere come un bambino – quando guardate un bambino, spesso è sempre contento e sorride, si diverte, non è inquieto, non si tormenta inutilmente e pensa solo ad essere felice nell’amore che la sua famiglia ha per lui.

   Dobbiamo essere come i bambini, molto più abbandonati di quanto non siamo. Essere abbandonati a Dio significa volere veramente tutto ciò che vuole lui, in tutte le cose della vita. Possiamo verificare se siamo abbandonati alla volontà di Dio o se siamo ancora dipendenti dalla nostra volontà. Gesù rispetta la nostra volontà, se vogliamo conservarla, Gesù non si imporrà mai e noi faremo le nostre scelte, più o meno buone; ma queste scelte saranno comunque un po’ tiepide rispetto alle scelte del Signore.

   Accettare la volontà di Gesù deve essere il nostro primo desiderio. Dio vuole elevarci sempre a lui, vuole elevarci alla vera dignità dell’uomo, che spesso ci sfugge. Quando facciamo la nostra volontà, ecco che scegliamo il nostro modo di vivere, i nostri desideri e siamo preda della nostra miseria umana; il demonio e tutti i suoi ci trascinano a delle scelte che non ci conducono alla felicità.

   Se da un giorno all’altro Gesù dicesse: “Vorrei che tu traslocassi e andassi in quella città. Sei pronto a seguirmi?” Sta a noi farci la domanda per sapere se siamo abbastanza in intimità e fiduciosi in Dio per dirgli subito sì o se gli risponderemo: “Ma Gesù, non posso, ho famiglia, lavoro…”. Come se Gesù non sapesse ciò che è buono per noi! Quando ci propone qualcosa, è sempre per amore e sempre per la nostra vera crescita.

   Gesù viene ad aiutarci in tutti i dettagli della nostra vita quotidiana: quando vogliamo metterlo al primo posto e scegliamo la sua volontà, è straordinario, diventa vera vita. Bisogna sperimentare questa situazione per rendersi conto di quanto la volontà di Dio sia fonte di felicità profonda per noi.

   Vogliamo essere dei piccoli? Poniamoci la domanda. Essere un piccolo non è banale. Gesù mi dice che molte persone gli dicono un po’ sì o buona parte di un sì, ma conservano sempre una piccola parte di sé: “Sì, Signore, voglio fare questo e quello e quello… ma non chiedermi quella cosa”. Quando siamo a quel punto, vuol dire che non abbiamo ancora abbastanza fiducia.

   E’ un tempo di dolore, quello in cui non diciamo un sì pieno a Gesù. Io l’ho vissuto e ci ho messo qualche mese prima di osare dire sì al Signore! Succede poco, finché non ci si decide a dire un grande sì! Gesù ci dona sempre la sua grazia, quando abbiamo la buona volontà di dire sì, quando abbiamo voglia di fargli piacere. All’inizio, avevo un po’ paura, quando il Signore mi chiedeva delle cose ben precise, dicevo un sì timoroso; ma poi ho visto quanto Dio vada oltre il nostro piccolo modo di pensare umano; ho visto quanto dona, mentre chiede, per cui ora, appena mi chiede qualcosa, Gli dico: “Subito, Gesù”, e immediatamente mi dà la gioia di compiere la sua volontà, anche quando devo compiere qualcosa che non era nel mio cuore fino a cinque minuti prima. Questa grazia di Dio è per tutti. Chi osa dire a Gesù: “Fa’ di me quello che credi, usami come vuoi” osa mettere la sua fiducia in lui. Dio è veramente buono, tenero e delicato. E’ severo solo quando vede i peccatori incalliti.

   Spesso Gesù mi mostra il suo sguardo d’amore e di tenerezza e, ogni tanto, lo vedo guardare le persone incontrate: a volte, è molto severo, mi fa quasi paura, talmente grande è il suo splendore e la sua onnipotenza, talmente è stanco del peccato e dell’orgoglio del mondo. In quel caso, Si mostra con uno sguardo di giustizia. Quando il Signore si mostra così deciso, vuol dire che le persone abitano, nel loro cuore, davanti al demonio. Vedere la serietà del Signore in questi momenti è qualcosa di impressionante, soprattutto perché mi rendo conto, contemporaneamente, dell’amore che egli ha per queste persone, che il demonio gli sta strappando. Noi siamo spesso miserabili e stolti, perché ascoltiamo le tante tentazioni del mondo, l’orgoglio del nostro amor proprio e le tante miserie e tutto ciò ci trascina verso il basso, verso le tenebre. Da un lato vedo Dio che vuole portarci alla luce, farci sorridere, darci la pace profonda, e dall’altro lato vedo le persone che non lo scelgono perché preferiscono la propria volontà. E’ terribile vedere lo sguardo di Dio in quel momento, è qualcosa di impressionante.

   Gesù chiama con la sua santa tenerezza e con la sua dolcezza ma, quando vede dei cuori orgogliosi e induriti, può essere molto severo perché vuole salvare queste anime, ad ogni costo. A volte, purtroppo, può arrivarci solo con la fermezza.

   Vi do un messaggio di Gesù sulla gioia soprannaturale alla quale chiama tutti. gioia che possiamo accogliere e ricevere adesso, subito, a partire da oggi, con il nostro sì, con l’abbandono, la fiducia e la speranza in questo mondo nuovo che Gesù rinnoverà; speranza nella sua Pace e nel suo ritorno nel più profondo dei nostri cuori e nella Gloria. Gesù aveva dato questo messaggio in un momento in cui vedevo talmente tante cose cattive, nel nostro paese, che gli dicevo: “Ma Gesù, farai qualcosa?”. Ed egli mi ha mostrato che, presto, le cose sarebbero state fatte e che eravamo nel  tempo della fine del male” come lui lo chiama, tempo in cui c’è uno scatenamento del male. Ma basta avere buona volontà e diventare dei piccoli, unendosi nella preghiera, perché lui torni a mettere ordine. Quel giorno mi aveva dato questo messaggio, intitolato “gioia soprannaturale”.

   Vi chiamo a gustare la mia gioia divina durante la vostra giornata, anche quando siete nel mondo, grazie al vostro sì, grazie alla vostra fede. Vi invito a tuffarvi con ostinazione nel mio Cuore così pieno di misericordia, sicuri che posso tutto per voi, fin nei più minimi dettagli, se abbandonate la vostra vita a me, con un grande sospiro d’amore.

   Sì, a colui che crede molto sarà dato poiché ha fiducia nel mio Cuore di misericordia e di tenerezza. Questi può gustare, giorno dopo giorno, la grazia divina della gioia che gli è offerta in abbondanza.

   Ogni giorno, dite sì alla gioia dello Spirito Santo che vuole scendere in voi malgrado i mille fastidi della vita quotidiana. Siate portatori di verità, di purezza e anche di speranza, poiché non c’è speranza per chi non accoglie la verità.

   Siate raggianti di gioia quando il vostro cuore dice sì alla volontà del Padre per voi, poiché allora vi rendo vivi. Calmate i timori, lo scoraggiamento e le fatiche accogliendo la mia gioia che è l’opera dello Spirito Santo nel cuore che si affida alla volontà del Padre.

   Tutto può essere rinnovato nella vita di chi crede e dice sì a Dio. Questa sia la vostra speranza e il vostro sorriso. Questo vi aiuti a scegliere la volontà divina con amore.

   Così diventerete testimoni della mia tenerezza per il mondo e porterete molto frutto”.

   Gesù ha bisogno della nostra gioia; un giorno mi ha detto: “Non aspettare di ricevere la gioia nel cuore per essere gioiosa. Mettiti di buona volontà, prendi la gioia, sorridi. E se prendi e accogli con fede la gioia e ti metti a sorridere, in quel momento sentirai la gioia”. Essere cristiani, essere innamorati del Signore: questo si deve vedere, questo si deve sentire. Sta a noi fare il primo passo, credendo al Vangelo e alla parola di Gesù, accogliendo questa gioia dello Spirito Santo in noi e cominciando a sorridere: Dio farà il resto, perché lo promette.

   Gesù ci chiama ad aver sete della verità tutta intera. Soffre molto, nel nostro paese, in questo momento, a causa di tutto quello che succede, a causa di tutti i peccati commessi. Ci dice che se vogliamo conoscerlo e vivere nella sua presenza, ogni giorno sempre di più, se vogliamo che sia in intimità con noi, dobbiamo accogliere la verità tutta intera, la verità del vangelo trasmessa dal nostro santo Papa. Gesù mi ha mostrato che, purtroppo, ci sono tante persone che rifiutano una grande parte della verità. La verità di oggi è la stessa di 2000 anni fa. La verità non cambia, ciò che era vero 2000 anni fa è sempre vero anche oggi.

   Gesù ci dice che, spesso, abbiamo voluto trasformare la sua parola in modo che, ciò che era chiamato peccato, non lo sia più. Il problema è che, anche se arriviamo a persuaderci che il peccato non è più tale nel nostro tempo, resta comunque un peccato e un male, qualcosa contro l’amore che ci priva della presenza di Dio.

   Gesù ci dice: “Voi dite che, spesso, non sapevate che quella certa cosa era peccato”. E aggiunge: “E’ vero che, a volte, ci sono dei servitori che vi dicono: “ma no, questo non è più un peccato”. Ma tu sai che ogni creatura ha una coscienza, che siate battezzati o no, nascete con una coscienza: la coscienza del bene e del male”. Chi ha buona volontà riconoscerà questa legge d’amore iscritta in lui, anche se non si è ancora convertito e vive in un luogo selvaggio. egli può riconoscere in se stesso ciò che è bene e ciò che è male. Gesù ha detto: “Quando siete cattolici e dite: “Non sapevo che fosse peccato”, questo non è molto giusto. Vi ho dato il Vangelo e il Catechismo attraverso la mia Chiesa. Nel Catechismo c’è tutto, tutto ciò che è bene e tutto ciò che è male”. Ecco perché è così importante riconoscere il bene e il male: ogni volta che ci sarà qualcosa di male in noi, questo impedirà la luce, sarà una piccola parte di tenebre. Gesù mi ha detto, un giorno: “Chi accoglie un peccato in lui, persuadendosi che non sia peccato, accoglie un uovo di vipera. Un piccolo uovo che ha l’aria innocente, tenera. Ma l’uovo cresce con il tempo e un bel giorno la vipera esce. Una volta uscita, fa subito molto male ed è troppo tardi”.

   Il Signore dice: “C’è una condizione all’intimità con Dio, con il cuore di Gesù, ed è accogliere la verità tutta intera”. Non credo che si possa avere voglia di convertirsi restando tiepidi; è noioso e triste restare tiepidi e praticare una religione di forma che non sia un cuore a cuore profondo con Gesù e che, soprattutto, non ci conduca alla santa presenza di Dio.

   Ma Dio non si impone mai; ci dice semplicemente: “Fate attenzione quando accogliete il peccato, perché Io non posso venire. Io posso venire solo in un cuore purificato. Fate attenzione perché quando accogliete uno, due o più peccati gravi, poco a poco l’estensione non vi farà più vedere chiaro e diventerete ciechi”. E’ terribile diventare ciechi spiritualmente e non vedere più il peccato in noi, perché allora non c’è più felicità, forse un’illusione di felicità con le cose della vita che fanno piacere, ma la felicità profonda dell’anima non c’è più e non può crescere.

   Quando Gesù è venuto da me, non mi ha detto: “Françoise, prendi il catechismo” ma mi ha mostrato il suo sguardo, sempre più, e mi ha dato il desiderio di confessarmi molto spesso. Ogni volta che l’ho fatto, ho potuto guardarLo ancora più profondamente. Guardare Gesù nella contemplazione è qualcosa di straordinario e di meraviglioso, che non si può descrivere; in quel momento, Dio vi trapassa, siete veramente attraversati dall’amore, corpo e anima, e lo sentite: va oltre tutto ciò che potete provare umanamente. Dio vuole chiamarvi a questo incontro.

   Qualche tempo fa, Gesù mi ha detto: “Voglio che tu parli a tutti dicendo loro che ritornino o tornino al catechismo, perché molti lo ignorano e non lo conoscono. Tanti vivono in peccati molto gravi senza sapere che sono peccati, perché a volte i servitori non lo dicono”. Ci chiede di amarlo e di andare a leggere il catechismo per discernere ciò che va e ciò che non va nella nostra vita, affinché egli possa poi venire ad appagarci.

   Gesù dice che, presto, vedremo la sua Croce nel cielo. La sua Croce luminosa. E questo momento sarà fonte di gioia per tutti i piccoli che lo hanno scelto, ma anche fonte di dolore profondo e terribile per tutti quelli che hanno preferito la propria volontà e i loro peccati. Non è Dio che punisce, è l’uomo che si punisce da solo. Non è Dio che manda le sofferenze, è l’uomo. Molte persone dicono: “Cos’ho fatto di male a Dio perché permetta una simile sofferenza?”. Gesù mi ha detto, un giorno: “Sai, ogni volta che una persona ha un pensiero d’amore, anche solo un piccolo pensiero per il proprio vicino, o un atto d’amore, questo procura una grazia per il mondo, per una persona o per i suoi cari. Voi non vedete necessariamente queste grazie, ma esse ci sono. E, ugualmente, ogni volta che c’è un  pensiero cattivo o un peccato contro la verità di Dio, questo dà potere al demonio di farvi soffrire e di versare una quantità di cose cattive, divisioni, guerre, malattie e altro sulla terra”. Ogni volta che amiamo, diamo potere a Dio d’intervenire nelle nostre vite per dare la Pace.

   Se il Signore ci dice: “Convertitevi ora, perché è urgente”, è per preservarci da tutto quello che potrebbe arrivare, a causa dei peccati che commettiamo. Ciò che potrebbe arrivare, è dato dal demonio, che si frega le mani e si rallegra ogni volta che vede qualcuno cadere nel male, perché così, dice, potrà dare delle sofferenze all’umanità.

   Toglietevi dalla testa che sia Dio a dare la sofferenza: Dio è un Dio d’amore. E, poiché ci ha creato liberi, ci lascia liberi di scegliere il male che porta la sofferenza o l’amore che ci vuole felici.

   Gesù ci chiede di avere fede. egli dice che, spesso, siamo profondamente addormentati e che, quando preghiamo, siamo persuasi che tutto andrà avanti come prima della preghiera. Allora a cosa serve pregare, se pensate che nulla cambierà? Gesù vorrebbe che sapessimo che quando preghiamo e ci rivolgiamo a lui, egli è lì e ci ascolta; nessuna preghiera è inutile. A volte siamo poverissimi nella preghiera e non sappiamo come fare. Ma Gesù non guarda questo, guarda quello che abbiamo nel cuore e la nostra buona volontà. “Gesù ho sete di te, Gesù aiutami”. La preghiera del cuore è straordinaria perché lo Spirito Santo la fa crescere e quando la presenta a Dio, è esaudita.

   Gesù ci dice: “Risvegliatevi alla fede. Credete che possa fare meraviglie per voi, perché avete fiducia in me”. Gesù ci dice, nel Vangelo, che chi chiede qualcosa di buono a suo padre, questi non gli darà un serpente. E’ qualcosa di cui tener conto se, veramente, con la nostra buona volontà,  chiediamo qualcosa di santo al Signore o anche qualcosa di utile, materialmente parlando, per la nostra vita: egli è così buono e presente da aiutarci anche in tutte quelle cose.

   Gesù ci chiede anche la preghiera costante: trascorrere tutta la giornata sotto il suo sguardo, non dimenticando che è presente e che vi guarda in ogni istante. Vuole nutrire ogni anima profondamente, perché si occupa di ognuno. 

   egli ci dice che, per pregare, non occorre essere complicati: basta mettersi in sua presenza, con preghiere vocali se è più facile, basta assistere alla messa ogni volta che possiamo, poiché è nutrimento per la nostra anima e incontro del cuore a Cuore con Gesù ma, al di là della preghiera vocale e dei sacramenti, Gesù ci dice che dobbiamo andare a lui nell’incontro intimo e profondo con lui. Questo incontro deve essere silenzioso. La preghiera vocale può andar bene in alcuni momenti della giornata, ma poi ci deve essere la preghiera quotidiana: fare tutte le più piccole cose della vita, che siano i lavoretti o altre cose, nella presenza di Gesù.  Parlategli, per esempio quando fate le vostre scelte o dovete incontrare qualcuno, parlategli come parlereste ad un amico carissimo. egli vi risponderà nel vostro cuore e, poco a poco, condividerà con voi questa intimità e non vi sentirete più soli.

   Oltre a questa preghiera, dovete concedermi un piccolo momento di silenzio ogni giorno” ci dice Gesù. C’è il tempo in cui parliamo a Gesù e il tempo in cui dobbiamo ascoltarlo. Alcuni gli parlano tutto il tempo e non lo ascoltano mai. Gesù aspetta che ci sia silenzio nel cuore e nell’anima, in modo da poterla nutrire. A volte mi ha detto che ci sono persone che pregano e, quando hanno finito, se ne vanno e Gesù non ha potuto parlare loro! Anche se, all’inizio, avete l’impressione che non succeda nulla, dovete restare in silenzio. I momenti più profondi della mia relazione con il Signore non sono quando mi parla o quando io gli parlo, ma nel silenzio, nella contemplazione e nell’adorazione eucaristica. Gesù ci chiede di non fermarci alla preghiera vocale ma di andare oltre, nella preghiera contemplativa.


Françoise