Lucia Cassino, Grotta di Oulx

Biografia estratta dal libro

Alcuni messaggi legati alle visioni (fonte).

21 novembre 1967 - annuncio di un’era nuova. “Continuerà l’epoca dell’Apocalisse; si avvereranno le Sacre Scritture. Si aprirà quest’era della nuova Gerusalemme. Qui verranno ad inginocchiarsi i ministri della Chiesa Universale”.
23 dicembre 1967 - la Vergine invita all’incontro per le ore dodici; raccomanda la preghiera dell’Angelus Domini, l’amore vicendevole, desidera pellegrini in processione. I pellegrinaggi sono il segno della nuova era.
25 aprile 1968 - la Vergine augura: “Ritorni la pace e la concordia con le nazioni; tra i popoli ritorni un’era cristiana nell’anno della Fede”.

L'INFANZIA E LA CONSACRAZIONE DEL MATRIMONIO A MARIA

La piccola Lucia, bimba vivace e socievole manifesta fin dalla tenera età un particolare interesse alle pratiche religiose che la mamma Laura le insegna, nell'amore a Gesù, nella devozione alla Madonna con la preghiera del Rosario, nella frequentazione quotidiana della chiesa. A 7 anni conosce il primo grande dolore, il dolore provocato dalla prematura scomparsa della madre. Suo padre Bartolomeo le da' presto una nuova famiglia nella quale cresce e vive serena fino all'età di 24 anni quando si sposa con Giorgio un bravo ragazzo di Bra. I due giovani coronano il giorno di matrimonio con un felice viaggio di nozze su un comodo treno da Torino a Bra, ad attenderli alla stazione ci sono i familiari. Tra abbracci, baci e saluti la zia Marianna offre loro un mazzo di fiori. Nelle mani di Lucia quei fiori sono un dono prezioso, segno dell'amore, vincolo del loro matrimonio. Lucia vuole dedicare alla Madonna questo amore fiorito sotto la sua protezione. Con quel mazzo compiono il loro primo pellegrinaggio al vicino santuario della Madonna dei Fiori per deporlo ai piedi della Madonna.
Davanti alla Mamma del Cielo pronuncia il suo si' docile e fedele, a lei affida la nuova famiglia. Lucia segna il suo primo giorno di matrimonio con un dono di se', un atto di amore che la lega alla Madonna. È' un filo prezioso che parte dal cielo per guidare il suo cammino sulla terra: nelle vicende liete o tristi della sua vita matrimoniale quel filo le trasmette una grazia capace di fare miracoli. Nascono intanto i primi figli: a Vincenzo, il loro primo fiore, segue dopo 2 anni la piccola Laura, che undici mesi dopo la sua nascita ritorna al cielo a causa di una broncopolmonite.

IL CENACOLO
Lucia ha perso la sua bambina. La sua vita non si smarrisce nel vuoto. La ricchezza d'amore, il bisogno di offrirsi, la stimolano a dedicare il tempo che recupera dalle sue occupazioni per partecipare più attivamente alla vita della parrocchia. La luce della fede non deve nascondersi sotto il moggio, ma risplendere, trasmettersi. È così che durante gli anni difficili delle seconda guerra mondiale si evidenzia il coraggio e la solidarietà umana di mamma Lucia. Lei stessa, in seguito, riferirà puntualmente alla figlia Anna Maria alcuni momenti di queste vicende. Ecco quanto la figlia Anna Maria ha trascritto fedelmente dal dettato della mamma: "In tempo di guerra, eravamo custodi di Villa Fea a Mondovì Piazza. Una tarda sera si presentarono 6 militari, chiedendo la carità di un po' di pane; dovevano fare il servizio notturno. Era molto rischioso, perché c'era il coprifuoco. Diedi loro del pane e del salame con un bicchiere di vino; poi chiesi ai militari se volevano fermarsi a pregare e si fermarono volentieri, mentre fuori, nella città, mitragliavano". Pane spezzato condiviso e preghiera comune sono due fattori che s'integrano a vicenda, due necessità vitali: l'alimento del corpo e dello spirito. L'esperienza di comunione vissuta in quel momento fu un dono ricevuto e comunicato. Il dono ha bisogno di espandersi; così gli incontri si moltiplicarono. In una guerra di fratelli contro fratelli era un modo di ritrovarsi sotto il segno di una stessa preghiera, di una speranza in un mondo rinnovato nella pace. La recita del Rosario, la preghiera semplice e umile che invita a seguire il cammino della Vergine, concludeva gli incontri. Era bello trovarsi in preghiera con Maria, come gli apostoli nel cenacolo. Così chiamarono quegli incontri con lo stesso nome: "Cenacolo". Quel rifugio sotterraneo , buio, quasi segreto, dove si riunivano i vicini e i minacciati dalla guerra, divenne un Cenacolo, un'oasi di comunione, di aiuto vicendevole, di preghiera.

IL PRIMO SOGNO
Ecco ora la descrizione del primo sogno premonitore che Lucia ebbe quando si trovava in Mondovì Altipiano: "Alla fine del mese di giugno dell'anno 1944 alla cascina dei miei suoceri si doveva trebbiare il grano. Mio marito si alzò al mattino alle quattro per andare ad aiutare i suoi genitori e mi disse: "Lucia alzati presto perché devi andare a far la spesa per mamma che deve preparare colazione e pranzo". Mio marito uscì di casa, io ripresi il sonno e sognai la Madonna Rosa Mistica, vestita di rosa, con il manto d'oro che la copriva da capo a piedi. Aveva una rosa in mano e una rosa su ciascun piede. Mi disse: "Lucia, alzati presto perché devi fare la comunione: stamattina alle ore 09:15 verranno cinque aerei a bombardare sulla città di Mondovì. Mireranno la cascina, non ci saranno morti, solo qualche ferito. Non risparmierò la casa di mio Figlio, ma salverò la città di Mondovì". Gli aerei dovevano mirare una cappella, vicino alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, che era un deposito di armi e bombe. Le bombe sulla Parrocchia Santa Maria, la rasero al suolo. Mi svegliai con affanno, corsi in paese per fare la comunione e poi la spesa. Andai alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo. La Santa Messa era già cominciata. Con affanno mi avvicinai ad un sacerdote forestiero che trovai in chiesa; gli chiesi, per favore di darmi la comunione. Egli acconsentì. Ricevuta la comunione, corsi a fare la spesa per portarla alla suocera che abitava nella cascina Arciprete, in Mondovì Altipiano. Si trebbiava il grano. Alle 09:15 cinque aerei sorvolavano la città di Mondovì. Corsi in cortile per avvisare, perché il rumore della trebbiatrice impediva ai contadini di sentire gli aerei. Fecero in tempo a spegnere la macchina e nascondersi; ma a distanza di 200 metri scese una bomba che formo' una voragine nel terreno: pietre e schegge arrivarono da tutte le parti. Io ero sotto un gelso con il mio figlio Vincenzo e mio nipote; con il mio corpo riparai i corpi dei bambini. Una scheggia mi sfiorò il capo strappandomi un ciuffo di cappelli e sprofondò alcuni metri nella terra. Quando ci fu tutto silenzio alzai gli occhi al cielo e vidi la Vergine Maria, Rosa Mistica, come la vidi in sogno. Mi sorrise e mi disse: "Qui desidero il santuario intitolato "Sacro Cuore" e voglio essere onorata come Rosa Mistica".

IL SECONDO SOGNO
Passarono i giorni e Lucia fece il secondo sogno premonitore che ora descriviamo: Sul far del mattino Lucia sogna di nuovo la Madonna, Rosa Mistica, che le dice: "Questa mattina fai la comunione, prega per il Vescovo, perché è in pericolo". Lucia , frastornata da queste parole, subito si alza, si affretta alla sua parrocchia. Giunge in tempo per la Santa Messa, fa la comunione, prega per il suo Vescovo, inconsapevole della minaccia che incombe. Incerta, confusa decide di confidarsi con il suo confessore. Il sacerdote Corrado Moretti nell'ascoltare la rivelazione di Lucia sopraffatto dallo stupore le domanda: "Non sa nulla? Come fa a sapere queste cose?" "Non so nulla", risponde Lucia. Don Moretti ha appena ricevuto la notizia dello scampato pericolo occorso al Vescovo e al suo fratello, segretario. In quella stessa mattina il Vescovo Mons. Briacca doveva andare da Mondovì Piazza al santuario di Vicoforte col fratello che era alla guida della macchina. Nel percorso lo sorprese il rumore di un aereo che sorvolava e si abbassava radente alla strada. D'istinto abbandonò la macchina, di corsa col fratello s'infilò appena in tempo sotto il portone di una casa, mentre dall'aereo si sganciò una bomba che distrusse la macchina. Furono salvi per miracolo. Attraverso la premonizione del sogno che desta Lucia dal sonno si verifica una strana coincidenza. Mentre Lucia prega, assiste alla Santa Messa e fa la comunione, sulla strada di Vicoforte per miracolo due sacerdoti sfuggono alla morte. Quale effetto poteva avere questa preghiera di Lucia in rapporto a quel lontano pericolo, da metterli in guardia e spingere quelli ad uscire tempestivamente, mentre il ritardo di un attimo avrebbe causato la catastrofe? Viene a pensare ad una telepatia spirituale che opera al di là dell'esperienza comune. Evidentemente già fin dalle origini cristiane si esprimono particolari carismi, manifestazioni dello Spirito, grazie, doni temporanei conferiti a vantaggio della comunità. San Paolo riconosce queste manifestazioni straordinarie dello spirito: "Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie, esaminate ogni cosa, ritenete ciò che è buono" (I Tessalonicesi 5, 19-22).

LA CHIESA SACRO CUORE E LA STATUA ROSA MISTICA
Quindici anni più tardi, dopo aver ascoltato la testimonianza di Lucia, sarà lo stesso Vescovo Monsignore Briacca, scampato miracolosamente a morte certa, a firmare il decreto di costruzione della nuova Chiesa intitolata al "Sacro Cuore" e a promuovere la venerazione della Madonna con il titolo di "Rosa Mistica". La nuova chiesa avrebbe sostituito così la chiesa di Santa Maria Maggiore, distrutta dai bombardamenti. Una bellissima statua lignea raffigurante la Madonna Rosa Mistica, realizzata dai maestri artigiani di Ortisei, venne poi collocata nel 1962. L'altare della nuova chiesa dove fu collocata la statua della Madonna Rosa Mistica, per coincidenza o per un preciso disegno di Maria, coincise con il punto dove c'era il gelso sotto il quale mamma Lucia si rifugiò a proteggere col proprio corpo i piccoli. Li' appunto, alzati gli occhi, vide la Madonna.

VIAGGIO DI SPERANZA A LOURDES
Fin dal 1951 Lucia soffre dolori lancinanti alla schiena a causa di una grave discopatia della colonna vertebrale. Sempre più, giorno dopo giorno, si curva sul lato sinistro della schiena senza potersi drizzare. Ogni gesto e' faticoso. Si aggrava al punto da stringersi in un doloroso, insopportabile busto di ferro. Un'amica infermiera, che le fa le iniezioni, di fronte a queste pesanti sofferenze, le suggerisce di andare in pellegrinaggio a Lourdes. Lucia segue il suo consiglio e parte per Lourdes nel maggio del 1955. In quei giorni il suo cuore si commuove, sente pietà alla vista di tanti ammalati; vede tanta sofferenza attorno a sè; accetta la sua infermità con serenità; non ci pensa nemmeno a chiedere un miracolo per sé. Ma c'è una risposta della Madonna anche per Lei. Il giorno in cui arriva il suo turno di fare il bagno nelle piscine, mentre aspetta, vede davanti a sé una giovane in barella. Viene a sapere che è di Mondovì. Si avvicina a questa giovane, la saluta. Le parla di Mondovì: "Anche io sono di Mondovì". È un breve colloquio, ma ricco di ricordi. La giovane e' totalmente paralizzata in quella barella. Lì trascorre la sua vita. Intanto la giovane viene portata per il bagno, immersa nella piscina. Lucia prova una grande commozione per quella giovane vita; soffre per lei, sfoga nella preghiera il suo dolore. Passano pochi minuti, quando si sentono voci di meraviglia. I barellieri gridano di gioia. "E' un miracolo". Come nella piscina di Siloe, anche la' e' avvenuto un fatto prodigioso. La giovane paralizzata ha ripreso a camminare. È una grande consolazione per Lucia. Proprio Lei ha avuto per grazia della Madonna il privilegio di essere testimone di questo miracolo. Lucia, ancora emozionata per il prodigio che ha visto, entra anche lei nell'acqua gelida della piscina. Non pensa a chiedere la grazia per se'; esprime la sua gioia nel ringraziamento, nella lode a Maria per le grazie e le consolazioni che offre agli infermi. Quando esce intirizzita dal bagno e si ritrova asciutta, prova la gioia di quel contatto di grazia che ha infuso in lei forza e conforto. Non si preoccupa più dei suoi mali. Con riconoscenza, partecipa a tutte le celebrazioni religiose, segue il faticoso percorso della Via Crucis. Al termine del viaggio di ritorno, ad attenderla alla stazione di Torino ci sono suo marito Giorgio e suo figlio Vincenzo, che sta ancora svolgendo il servizio militare. Lucia, non appena li vede, nella fretta per non perdere tempo, sporge dal finestrino la valigia a Vincenzo. Egli rimane sorpreso da quel gesto della mamma che non si chinava neppure a prendere un piccolo peso; la rimprovera: "Mamma, cosa fai? Non fare sforzi. Cosa ti è successo?" Ma lei non prova fatica. Si sente rinata, piena di gioia, di vita. Lei tiene ancora il busto. Tuttavia sta bene. Non capisce ancora di essere guarita. Non pensa affatto al miracolo. È un fatto troppo grande e importante per lei. Continua ad usare il busto. Nella notte sogna la Madonna. Le dice: "Lucia cosa aspetti a toglierti il busto? Sei guarita". Al risveglio nel mattino non mette più il busto. Al marito Giorgio che la guarda stupito gli dice: "Giorgio, sono guarita. Me l'ha detto questa notte la Madonna in sogno. Non lo sapevo nemmeno, guarda." Gli dimostra che può piegarsi, fare liberamente ginnastica. Il dott. Donato, si interessa al suo caso, le chiede i fare la radiografia. Dalla lastra risulta che la sua colonna e' del tutto dritta, pienamente ristabilita.

IL CENACOLO ROSA MISTICA
Nasce un nuovo Cenacolo. Il primo Cenacolo, nasce dalla guerra per ricostruire la pace. Il secondo Cenacolo nasce per salvare la pace su tutti i fronti del mondo minacciati da discordie e tensioni civili. Mamma Lucia detta alla figlia Anna Maria come e' nato questo gruppo di preghiera: "Nel 1965 alcune mie amiche mi fecero conoscere un Sacerdote Salesiano e insieme iniziammo a radunarci qualche volta a pregare. Un giorno ebbi l'ordine dalla Vergine Maria, Rosa Mistica, di formare con queste poche persone un Cenacolo di preghiera chiamandolo "Cenacolo Rosa Mistica". Il primo incontro di questo nuovo Cenacolo avviene nella casa di Lucia il 13 Ottobre 1965. È un giorno profetico. Il 13 Ottobre 1917 a Fatima la Vergine appare per l'ultima volta ai tre pastorelli. Molti anni dopo il 13 Ottobre 2002 mamma Lucia sarà chiamata alla Casa del Padre: una coincidenza o un disegno misterioso del Signore? Il Cenacolo si costituisce sotto la guida della Madonna Rosa Mistica, che già a Mondovì le era apparsa alta nel cielo su quel terreno squarciato dalla bomba, perché da quello squarcio nascesse un nuovo tempio. Lucia continua nel suo dettato: "Mi venne anche dettata una regola di vita da consegnare a queste persone, invitandole a consacrarsi in affidamento a Maria. I consacrati assumevano il nome di Cenacolini. I raduni si fecero più frequenti, recitando il Santo Rosario meditato, la Via Crucis e qualche volta la celebrazione della Santa Messa. Il gruppo Cenacolo divento' sempre più numeroso, guidato da un Sacerdote Salesiano". Il Sacerdote, assistente spirituale del Cenacolo, viene da Torino, dal Santuario di Maria Ausiliatrice. Poco dopo sarà trasferito all'Abbazia Salesiana di Oulx. Molti sacerdoti hanno contatti con il gruppo, hanno colloqui con Lucia e le suggeriscono di continuare in quest'opera che arricchisce la Chiesa.

LA PRIMA VISIONE ALLA GROTTA
Ecco ciò che Lucia stessa umilmente, con sincerità d'animo, detta alla figlia Anna Maria: "Una notte dei primi giorni di settembre nel 1967 sognai la Vergine Maria che mi chiamava in una grotta ad Oulx, di recarmi la' con un piccolo gruppo di Cenacolini, i primi consacrati. Riferii per iscritto questo messaggio al Sacerdote Salesiano che si trovava proprio ad Oulx. Egli mi rispose che c'era una grotta e mi chiese come facevo a saperlo. Io risposi che non sapevo dove si trovava, ma che la vidi in sogno e la Vergine Maria mi chiamava in quel luogo. Il Sacerdote mi disse di rispondere all'invito di radunare i Cenacolini scelti e che ci avrebbe accompagnati. Il giorno 9 settembre 1967 alle ore 12 partimmo da Torino, in pulmino, con un piccolo gruppo di Cenacolini. Giunti ad Oulx trovammo il Sacerdote ad attenderci. Il Sacerdote fece fermare il pulmino nei pressi della frazione di Beaume, poi il Sacerdote con i Cenacolini si diresse sul sentiero che porta verso la grotta e si dispersero nella folta pineta. Io e mia figlia rimanemmo sole. Alzai gli occhi al cielo e vidi una nuvola rosa che mi indicava il sentiero. Seguii la nuvola, che anche mia figlia vedeva. Ci trovammo dopo un tratto di sentiero ripido davanti ad una immensa grotta, non c'era nessuno. La nuvola scomparve e si presentò la Vergine Maria vestita di bianco, con una fascia azzurra a vita che scendeva dal lato sinistro con un grandissimo manto che teneva tra le mani. Al braccio destro pendeva la corona del Santo Rosario, sui piedi vi erano due rose d'oro. Mi disse: "Prendi questa pietra" e mi indicò un grosso masso. Lo presi senza fatica e lo deposi all'interno della grotta, dove ella mi indicò. Mi disse: "Io sono l'Immacolata Concezione", mi diede un messaggio e mi invitò a ritornare, dicendomi che avrebbe fissato la data ogni volta che mi chiamava. In questa prima apparizione mi indicò il luogo dove doveva sorgere l'acqua miracolosa, dicendomi di scavare e costruire un pozzo. L' acqua miracolosa servirà a guarire il corpo, ma soprattutto l'anima. Mi disse che voleva che si costruisse una cappella e si andasse in processione. Da questa prima apparizione si susseguirono altre trentun apparizioni fino al 15 Agosto 1968. Ogni volta che la Vergine Maria mi chiamava, mi fissava il giorno. Sono sempre andata accompagnata da mia figlia e da alcuni Cenacolini. Ad ogni apparizione la Vergine Maria mi diede un messaggio. I messaggi sono stati tutti scritti". È' evidente in questa apparizione, l'analogia con l'apparizione dell'Immacolata a Lourdes. Si sviluppa la stessa trama: la grotta, l'immagine candida con fascia azzurra, il rosario, l'identità del nome, l'indicazione della sorgente, il desiderio di una cappella e il richiamo di processioni alla grotta. Il richiamo a Lourdes e' esplicito nelle stesse parole della Vergine. L'11 Febbraio 1968, nell'undicesima apparizione, centodieci anni dopo la prima apparizione di Lourdes, la Madonna appare a Lucia e dice: "Un' altra Lourdes si è spostata in questo lembo di terra per dare comodità ai cari pellegrini che mi amano".

GLI ALTRI MESSAGGI
Per gli approfondimenti sugli altri messaggi consiglio la lettura dell'opuscolo "Breve storia dell'Immacolata della grotta di Oulx", che potete ritirare presso la grotta in occasione del vostro pellegrinaggio, o del libro "La Tenda e lo Spirito" di Alberto Grosso già citato in precedenza edito da Astegiano Editore. UN NUOVO PROGETTO DI VITA Nel marzo del 1977, dopo 45 anni di matrimonio, papà Giorgio, dopo breve sofferenza, lascia la tenda terrena, per giungere alla patria del cielo. Mamma Lucia, pur nel vuoto e nel dolore del distacco, non si chiude in se stessa. Pur in una sofferta riflessione, si evidenzia chiaramente in lei il desiderio di una nuova missione. A tre mesi dalla morte del marito, esprime alla figlia la pressante vocazione di lasciare il suo mondo per vivere la vita religiosa, contemplativa nella donazione totale al Signore. Pur in questa difficoltà, Anna Maria con gioia si trova in consonanza di spirito con la mamma. Anche lei è da tempo orientata in una ferma vocazione alla vita consacrata. Il 19 Agosto 1979, Lucia Cristino e Anna Maria, madre e figlia, si presentano nel Monastero delle Adoratrici Perpetue del S.S. Sacramento di Canale per un primo incontro con la Madre Superiora. Il ritiro in monastero nasce dal bisogno dell'anima di raccogliersi in un silenzio ricco di ascolto e di preghiera. Ciò significa che mamma Lucia non è vissuta nella nostalgia delle apparizioni, ma in un desiderio crescente di unirsi a Gesù nell'Eucarestia. Proprio nell'autunno della vita maturano le scelte più autentiche. Ha 71 anni, ma il cuore e' giovane e pronto. L'amore con cui ha dedicato la propria vita nella testimonianza cristiana come moglie e madre, ora si orienta in un dono totale. Riparte con il consueto coraggio sulla nuova strada. Dopo aver chiuso la porta della sua casa, entra in Monastero il 24 Aprile 1980.