Quattro secoli dopo Galileo, il "complesso" dell'inquisitore non è morto. Perché?

Dal libro di René Laurentin: "Quand Dieu fait signe; réponse aux objections contre Vassula", Paris, 1993 (pag. 74-78; trad. della nostra redazione).

Il cristianesimo è carità, comunione, unità. Lo è spesso meravigliosamente, malgrado le interferenze del combattimento spirituale. Perché vediamo così spesso sorgere divisioni e polemiche fra cristiani, specialmente tra buoni cristiani? Perché si fanno così arditamente accusatori? Lo stesso Papa ammirabile, che il Signore ci ha dato, è il bersaglio di tutta una "intelligenza" progressista, largamente clericale, allorché alcuni tradizionalisti arrivano fino a scomunicarlo. La risposta è unica: l'Inquisizione è morta ma il "complesso" dell'inquisitore sopravvive. Risorge spesso dove uno non se lo aspettava. Perché?

Analisi del "complesso"
Gli inquisitori erano religiosi sinceri e virtuosi. I cristiani che si erigono oggi a giudici verso altri cristiani sono puri e zelanti come lo era Torquemada.
La loro ferma intenzione è di difendere la purezza della fede e di illustrare il discernimento cristiano che deve distinguere il buon grano dalla zizzania. Un tale compito è tanto più importante quanto più sono ora le deviazioni e degradazioni delle Fede. Ma perché sbagliano così facilmente il bersaglio?
Secondo l'etimologia, "inquisitore" vuol dire "cercatore". Si tratta più precisamente di chi cerca l'errore per condannarlo. Chi cerca trova. Chi cerca, troppo arditamente l'errore, lo inventa e lo proietta sul bersaglio. Tale è l'illusione paradossale degli eresiologhi, quelli dei quali Voltaire diceva: "Il dolce inquisitore, Crocifisso in mano, al fuoco per carità, getta il prossimo" (Poème de la loi naturelle, III).
Ciò che manca spesso agli inquisitori è il rispetto e la comprensione dell'altro. Considerano ogni differenza come deviazione o eresia. Si infiammano per un nonnulla e fanno fuoco per ogni dove per giustificare la loro condanna. Si polarizzano contro il presunto avversario quasi "leo rugens quaerens quam devoret: come leone ruggente cercando chi divorare" (Off. Compieta).
Il virus che corrompe queste imprese di purificazione è spesso il voler schematizzare tutto. L'inquisitore è sicuro di sé stesso, dice spesso: "Ho il discernimento". Si siede su questa certezza invece di mettersi all'ascolto dello Spirito Santo. Dimentica la parola del Vangelo: "Non giudicate e non sarete giudicati" (Mt 7, 1). Accusando le sue vittime glorifica la sua propria giustizia della quale si fa forte.
L'inquisitore è come un militare in periodo di pace al quale manca la guerra. La crea di istinto. Ama trovare l'eresia come il cacciatore ama trovare la preda.
Ha ragione di credere al combattimento spirituale, ma non di propagare una guerra artificiale. Dico bene "di propagare" perché i fax fanno oggi correre istantaneamente attraverso il mondo gli argomenti fasulli che i nuovi inquisitori diffondono senza scrupoli attraverso il mondo. Motivano e mobilizzano così altri inquisitori che si scambiano e rimuginano i loro argomenti come quei bambini che si scambiano tra loro il chewing-gum già masticato.
Come dei buoni cristiani possono lasciarsi ingannare in buona fede? È che il demonio è un grande illusionista che ama soprattutto seminare confusione e conflitti per dilaniare il Corpo di Cristo e contrapporre i servitori del Suo Regno. Quando il fenomeno è innescato, i censori sono troppo assorti dalla loro polemica contro gli avversari per esercitare su di loro un discernimento che dovrebbe essere prioritario.
Peccato che questi cristiani zelanti per il combattimento spirituale non scelgano meglio il loro bersaglio perché mentre si accaniscono su delle prede innocenti, errori e pregiudizi che degradano la fede e i costumi, corrono allegramente e senza contraddizione fino alle Facoltà di teologia dove, quello che sbaglia, è addirittura rivestito alcune volte dall'aureola del martirio. Le frecce sono riservate ai cristiani ferventi preoccupati solo di Dio, di preferenza donne. Per l'inquisitore ogni donna cristiana in vista è una strega che non sa di esserlo. Ha il bel modo di smascherarla.
L'inquisitore ha lo spirito vivace. È instancabile. Ma se legge i testi non è per capirli e penetrarli dall'interno ma per trovarvi il punto debole, l'ambiguità, l'audacia che presto interpreterà nel peggiore senso possibile e non nel migliore, che è pur spesso quello del contesto. Passa al vaglio i testi ed evita di conoscere la persona la cui vita è invece spesso irradiante e trasparente. Un incontro fraterno impedirebbe una tecnica "alla carlona".
Per illustrare ciò che è stato detto nell'ultimo numero di Medjugorje-Genova faremo qualche esempio raccolto fra le ultime polemiche contro Vassula. Lo faremo senza rimproverare nessuno, né citando nomi di inquisitori ben intenzionati, il cui comportamento ordinario è fuori da ogni sospetto. Per la stima che ho per loro sono rattristato nel vedere come questa polemica assurda li degradi.

Disprezzo della confessione?
Uno di loro rimprovera a Vassula di non confessarsi perché il Cristo l'avrebbe invitata a confessarsi a Lui solo: all'inizio.
Sì, ogni giorno, fa, sotto lo sguardo del Signore, il suo esame di coscienza e si confessa a Lui, ma questa accusa interiore non le impedisce di confessarsi regolarmente da padre Nicolas, cappuccino a Bulle, nel Cantone di Friburgo.
Secondo l'accusatore avrebbe distrutto i messaggi ricevuti nei primi mesi: senz'altro per dissimulare errori grossolani e che non si possono confessare ivi contenuti.
Di fatto Vassula non ha distrutto nulla. Ha conservato questi primi messaggi, quelli che sono stati l'inizio della sua educazione cristiana. Ma non li ha per il momento pubblicati. Pensa di farlo più tardi. Questi messaggi sono stati letti e controllati dal suo direttore spirituale in Bangladesh, P. James Fannan: sacerdote di grande valore, intelligente, umile e pieno di discernimento che ha sottoposto Vassula a prove dure e sconcertanti.
Si rimproverano anche a Vassula, le soppressioni, d'altra parte minime, nell'edizione stampata. Si è tentato di trovare nelle parole soppresse un senso perverso.
Queste rare soppressioni provengono semplicemente dal fatto che le prime persone alle quali Vassula ha confidato questi messaggi manoscritti li fotocopiavano integralmente. Ma il Cristo ha invitato Vassula a distinguere ciò che era privato, personale e ciò che era destinato al pubblico. Ha fatto dunque questa cernita per l'edizione stampata. Non ha nascosto nulla perché le prime fotocopie sono là e circolano liberamente date in pasto ai sospetti degli inquisitori.

Scrittura automatica... prolungata
Perché l'accusatore dice che dopo "4 o 5 anni di scrittura automatica, Vassula è venuta ad un dettato all'orecchio"?
Di fatto essa ha imparato ad ascoltare il Cristo già dal 1986, dopo appena un anno: non 4 o 5 anni. La sua scrittura non è stata mai "automatica", come viene supposto a priori dai suoi avversari. L'intervento dall'alto che all'inizio arrivava in un modo più esterno, fisico, è stato fin dall'inizio accolto dall'interno. Queste esitazioni, resistenze passeggere, manifestano la libertà del suo cammino. Questo messaggio la guidava verso un contatto personale che si è perfezionato normalmente, anno dopo anno. Sa chi le parla, comunica con Lui liberamente nell'amore e nella amicizia crescente che diventa intimità anzi unità indicibile. Nei primi tempi quando sperimentava questa identificazione profonda con il Signore, gli diceva con il suo humor tenero, passando al controllo del biglietti, durante i viaggi: "Quando penso che noi passiamo in due con un solo biglietto!"

Il linguaggio dell'amore
Il contraddittore recente del quale ho il testo sotto gli occhi accusa Vassula di essere in stato di scomunica come divorziata (nota pubblicata nel Sabato) e le sue comunioni sarebbero sacrileghe!
Infatti il suo matrimonio con il Signor Ryden è l'unico che è stato celebrato nella sua Chiesa: la Chiesa ortodossa, dove è ritornata, dopo la sua conversione. Durante il tempo in cui non era praticante, si era sposata, fuori dalla sua Chiesa, nel tempio protestante. Ma una volta presa e illuminata dal Cristo, ha rimesso tutto in ordine secondo le leggi tradizionali dell'ortodossia. Ed è allora che il suo matrimonio è stato regolarmente e liturgicamente celebrato a Ginevra.
Non accusiamo troppo presto la Chiesa ortodossa di lassismo in questo campo come fa il contraddittore, senza dubbio poco aperto all'ecumenismo. Ogni anno in U.S.A più di 40.000 matrimoni sciolti sono dichiarati nulli dalla Chiesa Cattolica con autorizzazione per un nuovo matrimonio. Conosco quantità di americani ferventi (compresi i veggenti) che sono in questo caso. È necessario essere più rigorosi della Chiesa Cattolica in questa materia, in un momento dove ogni Chiesa risolve come può i problemi nati dal flagello del divorzio secondo principi differenti ma convergenti?
– La Chiesa Ortodossa lo fa secondo la "legge dell' economia": ammette una soluzione umana a situazioni invivibili per la fede e i costumi. Nella Chiesa Ortodossa, il secondo matrimonio del congiunto innocente è celebrato senza chiasso e senza corona. Rimane improntato a un carattere penitenziale (al quale si pensa molto meno da noi).
– La Chiesa Cattolica lo fa secondo principi giuridici molto rigorosi, nel quadro dei quali lavorano ingegnosamente canonisti americani; là dove il matrimonio è sciolto in modo psicologicamente irreversibile non è perché c'era vizio o difetto nel consenso? si chiedono. Alcuni canonisti concludono a ragione: la constatazione più grave è che il numero dei matrimoni che noi celebriamo non sono validi: non comportano il pieno consenso imposto dalla Chiesa.

Un'eresia formale?
L'inquisitore è pronto a dare ragione ad ogni apparenza, ad ogni rumore non controllato secondo la peggiore interpretazione. Accumula dietro la minima ambiguità mucchi di eresie.
Uno di loro ha scritto recentemente:
«C'è in Vassula almeno un'eresia formale che concerne l'anima. Secondo Vassula l'anima prima di essere infusa nel corpo e di contrarre il peccato originale avrebbe visto Dio. È un' eresia. Gesù stesso dice che nessuno ha mai visto Dio. La preesistenza delle anime prima di essere infuse nei corpi è stata formalmente condannata dal Concilio di Costantinopoli» (543).
Sorvoliamo sulla data e i riferimenti al Concilio di Costantinopoli, senza rapporto con alcuna realtà controllabile e non ritorniamo sull'obiezione già esaminata in precedenza. Atteniamoci all'argomento massiccio tratto dal Vangelo. È vero che Giovanni l'evangelista dice nel Prologo (1,18): Nessuno ha mai visto Dio, e in 6,46: Nessuno ha visto il Padre. Ma Gesù nello stesso Vangelo dice anche: Chi vede me, vede Colui che mi ha mandato (Gv 12, 45). Chi ha visto me, ha visto il Padre. Allora dunque come si può dire: "Mostraci il Padre' (Gv 14, 9 preceduto dal 14, 7): Se voi conosceste me, conoscereste anche il Padre Mio).
Secondo queste parole, vediamo Dio già su questa terra. E dunque lo stesso Gesù sarebbe colpevole d'eresia, secondo il verdetto dell'inquisitore. Infatti, ci sono tanti modi di vedere Dio, e il Vangelo parla della Sua trascendenza che ci supera, per manifestare come ci è rivelato. Questi testi devono dunque essere considerati nel loro insieme e non isolatamente nel loro contesto per servire da armi di guerra contro Vassula o contro altri cristiani sinceri.
Ciò che Vassula considera non è la visione beatifica dell'anima prima della sua unione al corpo, ma l'impronta del Creatore al momento della creazione con infusione immediata nel corpo.

Conversione mancata?
Molti avversari dicono:
– Se fosse il Cristo a manifestarsi a Vassula, la prima cosa che avrebbe detto, sarebbe: «Fatti cattolica.» Se non lo dice è perché non è il Cristo. È il diavolo che la trattiene nello scisma.
Questa è una conclusione semplicistica. Quanti cristiani che scoprono la piena autenticità del cattolicesimo riflettono lungamente per sapere se devono cambiare confessione o se non devono rimanere presenti nella loro Chiesa per stimolare il ravvicinamento ecumenico. Ci sono stati cattolici che hanno pesantemente rimproverato a Max Thurian il suo passare al cattolicesimo dopo lungo tempo di ripensamento e di responsabilità ecumeniche proprio al vertice del Concilio Ecumenico delle Chiese. Lo hanno rimproverato di "indelicatezza ecumenica". I protestanti sono più aperti e comprensivi su questa decisione di coscienza legata alla sua fede profonda nell'Eucaristia. I cattolici rimarrebbero più colpiti dall'Inquisizione?
Per Vassula una ragione precisa motiva la sua posizione. La sua missione è ecumenica. Ha una vocazione profetica per un riavvicinamento a partire dal luogo dove è nata, dove è stata battezzata. Usa largamente l'ospitalità ecumenica e, come abbiamo detto, è combattuta da entrambi i lati:
– cattolica perché ortodossa,
– ortodossa perché troppo cattolica (riguardo al Papa, al Sacro Cuore, al rosario e a tutto il resto).

Il Signore rifà in lei, dall'interno, al di là della sua abbandonata mondanità brillante, una fede integrale che non ha niente di sincretismo. Assume largamente tutti i valori delle tre confessioni che ha frequentato durante la sua vita prima poco fervente: ortodossa dalla nascita e dal suo battesimo, protestante in occasione dei due matrimoni successivi, e cattolica grazie ai sacerdoti che ha incontrato per guidarla nel suo insolito risveglio religioso.
Quando si conosce appena un po' dall'interno la sua reale e trasparente avventura, autenticamente cristiana e senza mescolanza, con un filo diretto con il Signore, in apertura sensibile ed avvertita a tutta la Tradizione apostolica, si compatisce la tentazione che ha preso cattolici degni di stima. Come le loro polemiche alcune volte riportate vistosamente dai media più quotati, hanno potuto presentare Vassula in modo così deforme, così ingannevole e così poco in accordo con la loro apertura e il loro alto livello spirituale? Che nessuno scagli contro di loro la prima pietra. Il discernimento è cosa difficile. È un luogo dove la tentazione si fa sottile. Traiamone la vera lezione: non possiamo lasciarci ingannare dal diavolo, maestro nell'arte di dividere e di ferire i cristiani nelle loro forze vitali. Se i messaggi del tale o talaltro veggente non ci dicono niente lasciamoli. Nessuno è obbligato ad aderirvi. Ma non giudichiamo troppo rapidamente senza aver visto i frutti che producono. Per Vassula non cessano di confermare: conversioni e guarigioni.

P.S. Pensavo aver terminato con queste obiezioni fittizie ed eccone altre, in gennaio, in America. Si sono scatenate, specialmente nel The Wanderer (spesso meglio ispirato) in seguito ad una riunione di preghiera per la quale Vassula è stata accolta nella cattedrale dallo stesso Vescovo. Mons. F. A. Quinn ha celebrato la Messa, un altro vescovo ha fatto la predica.
Il resoconto fantasioso fatto della conferenza, accusa Vassula di voler fare l'unità secondo il Concilio Ecumenico di Ginevra.
Infatti Vassula ha avuto diversi colloqui con i dirigenti del COE nel dicembre 1992 e gennaio 1993.
Ha comunicato loro i messaggi ricevuti per unificare la data di Pasqua e preparare urgentemente la riunione dei cristiani alla quale tutti devono cooperare. Ma in nessun luogo, in nessuno dei suoi messaggi chiede di fare l'unità nella COE, che non ha peraltro questa pretesa essendo un Centro di dialogo e di riavvicinamento verso l'unità.
Al contrario diverse volte si riferisce al successore di Pietro, fondamento di tutta l'unità voluta dal Cristo (Me 16, 16), oggi Giovanni Paolo II, (p.es. Voi. 3, pag. 31: «Per le pecore che non sono sotto la guida di Pietro, affinché tornino a Pietro e si riconcilino... Che ci sia un solo gregge, un solo Pastore» Alcuni ortodossi la rimproverano precisamente di questo "papismo".
Decisamente gli inquisitori del 1993 sono meno coscienziosi di quelli del Medio Evo, che avevano già lo spirito del sistema, ma avevano a cuore di interrogare minuziosamente le loro vittime prima di metterle al rogo o di farli giustiziare dal braccio secolare.

R. Laurentin

Il caso Vassula Ryden

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